domenica 10 giugno 2007

Lucchetti d'amore virtuali e il romanticismo perso

Forse non e’ mai stato facile dirlo e forse non lo sara’ mai. Pronunciare quel “Ti amo” fa ancora oggi arrossire sia chi lo dice, che, guardandosi dritti negli occhi, chi lo ascolta. E’ la misteriosa poesia dell’amore, della passione, di due persone innamorate che manifestano timidamente i propri sentimenti. Un amore oggi non piu’ gridato ma, seguendo le ultime mode, simbolicamente chiuso in un lucchetto di ferro, appeso ai pali della luce o alle inferriate. Dopo aver scritto sopra le proprie iniziali, ne viene gettata la chiave per rendere eterno quel giuramento d’amore. Una mania, diffusa in tutta Italia, iniziata su uno dei pali del ponte Milvio a Roma, da parte di due innamorati che hanno voluto riprodurre quanto scritto nel romanzo “Ho voglia di te”. Un gesto romantico, duplicato migliaia e migliaia di volte. Anche nella nostra provincia, sul ponte vecchio a Ragusa o lungo la panoramica dell’Itria a Modica. Quasi un rito che, inevitabilmente, ne ha fatto in parte perdere il significato intrinseco, trasformando l’amore chiuso in un lucchetto, in una tendenza da seguire. Perfino su internet. In appena quattro settimane sono stati ben 10.000 i lucchetti d’amore virtuali “appesi” sul sito web www.lucchettipontemilvio.com. Il lucchetto numero diecimila e' stato creato da una ragazza di Vittoria, Maria, che al suo Roberto ha scritto un semplice ma intenso messaggio: “Ti amo e ti amero' per sempre, sei l'unico per me e voglio stare per sempre con te”. E cosi’ quel gesto carico di un ritrovato romanticismo e’ divenuto un freddo digitare sulla tastiera del computer, probabilmente senza nemmeno che lo sappia il partner. Un amore (forse) reale, testimoniato virtualmente, senza alcun lucchetto al palo, senza la chiave gettata per sempre, e soprattutto senza essere in due. Ma anche sul web, amore non si lega con la parola matrimonio, usata solo in una quarantina di lucchetti, pari allo 0,3%. Terribilmente reale.

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